Quali sono le prospettive del “ReArm Europe”? Chi ci guadagnerà? È utile ai cittadini europei? E qual è il ruolo dell’Italia?
Il riarmo era già in corso da tempo, sia a livello globale che europeo, e non è certo iniziato nel mese di marzo. Il piano di riarmo europeo, che ora si chiama Readiness 2030, è un passaggio grave, problematico e segna una rottura politica.
Si parla di 800 miliardi: di questi, 150 sarebbero prestiti attraverso un meccanismo chiamato SAFE, sul quale però gli Stati membri hanno già dei disaccordi. Gli altri 650 miliardi sono una proiezione: si immagina che tutti i Paesi europei sforino dell’1,5% senza subire sanzioni, perché verrebbe loro concessa un’esenzione dal Patto di Stabilità. Nella pratica, saranno i singoli Paesi a riarmarsi; quindi si andrà verso un riarmo nazionale e non collettivo, che non servirà a costruire una vera difesa comune europea. A trarne vantaggio saranno soprattutto i Paesi che hanno le risorse economiche per farlo.
Se ne parlerà il 2 maggio 2025 alle ore 18.30 presso il Cenacolo di spiritualità del Movimento Vivere In. Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Corato Corrado De Benedittis, interverranno Mons. Giovanni Ricchiuti, Presidente Nazionale di Pax Christi, Vito Micunco, coordinatore dei Comitati della Pace in Terra di Bari, Giovanni Capurso, docente e studioso di Storia politica, Carlo Colonna, consigliere comunale di “Rimettiamo in moto la città” e Andrea Mastrototaro, segretario comunale di Rifondazione comunista.
Modererà il dibattito Tereselena Caputo, già referente del Comitato Beni Comuni Corato.
Partiti, associazioni e comunità cittadina sono invitati.